ASSISI - “Vogliamo sperare che la croce pesante che ha dovuto portare gli abbia già ottenuto la gioia della vita che non ha fine”. È questo l’ultimo passaggio dell’omelia del vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, nel corso delle esequie funebri di don Cesare Roberto Provenzi, priore della cattedrale e parroco di San Rufino, tornato alla casa del Padre venerdì 27 settembre. Nella mattina di lunedì 30 in tantissimi gli hanno voluto tributare l’ultimo saluto perché, come è stato ricordato dal vescovo don Cesare “ha posto tutto lo zelo possibile, perché la comunità parrocchiale di San Rufino e le altre parrocchie successivamente a lui affidate, pur in una situazione di sempre maggiore fatica della fede, della pratica religiosa e della tenuta della famiglia, non mancassero della cura necessaria. La gente di Assisi gliene dà atto. Gli ha voluto bene. Lo ha sentito di casa. Incontrarlo, dirgli un “don Cè” come si dice tra amici, fargli un sorriso e riceverlo, scambiare una parola di amicizia e quasi di familiarità, era tutt’uno. Lui, d’altra parte, se lo aspettava, e in qualche modo, lo pretendeva. Aveva forte coscienza delle sue capacità e non esitava a far valere la sua autorità. Era di quegli uomini rispetto ai quali o stai da una parte o stai dall’altra. La posizione di mezzo non era possibile. Ma dietro la scorza autoritaria, c’era una tenerezza di fondo che si manifestava verso tutti, ma soprattutto verso i poveri. A loro favore si è speso nel CVS di Assisi e nel Santuario della Spogliazione, dove ha realizzato la mensa “Carlo Acutis”. Come Presidente della Fondazione Assisi-Caritas avrebbe voluto realizzare ad ogni costo un progetto di allargamento della nostra Casa Papa Francesco a servizio dei senza fissa dimora. Non nego – ha aggiunto il vescovo - che, pur fidandomi delle sue capacità, gli ho fatto ripetutamente una certa resistenza, sembrandomi un’impresa ardua e rischiosa per il budget consistente. Ma lui, con il piglio dell’imprenditore nato, era capace di tranquillizzarmi. Spero che dal paradiso continui un po’ il suo ufficio di vicario per l’economia trovando le risorse necessarie alla Fondazione Caritas di cui è stato finora responsabile”.
Al termine della celebrazione altre testimonianze hanno tratteggiato il carattere buono, altruista, generoso e attento ai giovani di don Cesare mentre il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, nel suo intervento ha annunciato che l’amministrazione gli attribuirà il riconoscimento di cittadino benemerito di Assisi e costituirà un fondo a sostegno di Grest e campi scuola a cui lui si era sempre dedicato. Commosso e sentito anche il saluto del primo cittadino di Martinengo, sua città natale, che è venuta in massa per dargli l’ultimo saluto.
In allegato l'omelia del vescovo monsignor Domenico Sorrentino